2005 | Juggling Magazin Italy, Intervista Valerie Inertie

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Juggling Magazin, Italy, marzo 2005

Sono nata nel 79, a Québec, ed ho cominciato a pensare al circo già da piccola, grazie a mia madre, insegnante di educazione fisica, che mi portava alle sue lezioni, dove aveva adottato un programma di circo invece che di sport. Da raggazza ho fatto ginnastica ago- nistica, anche ad alti livelli, ma a dieci anni ho smesso perché volevo fare altro e cosi smisi di pensare al circo. Snowboard, surf, wakeboard, skateboard, skydiving, viaggi, cominciando poi a lavorare come educatrice di bambini con problemi sociali. Gli insegna- vo ginnastica, facendoli divertire nel tempo libro con progetti di circo, che si riaffacciava cosi nella mia vita. Decisi allora di fare della formazione in questo campo, fino ad arrivare al Cirque du Monde e partire con loro per Africa e Brasile. Ma a 21 anni caddi facendomi male alla testa e dovetti smettere di fare circo per 6 mesi. Questa pausa forzata mi fece capire quanto amassi le articircensi. In quel periodo viaggiai visitando molte scuole di arti circensi in giro per il mondo, decidendo infine di iscrivermi all’Ecole de Cirque de Québec. Li ho studiato danza contemporanea, ballet, giocoleria, equilibrismo, teatro, scegliendo l’ultimo anno altre specialità che potessero completare la mia. Volevo provare la ruota tedesca, ma l’istruttore mi fece vedere un video della Ruotta Cyr e ne rimasi affascinata. Daniel Cyr l’aveva inventata qualche anno prima, vincendo anche un premio al Cirque du Demain. Lo invitammo al nostro saggio e stabilimmo un primo contatto. Lui fu molto disponibile, mi aiuto nel farmene costruire una e andai a trovarlo tre volte per apprendere alcune delle tecniche di base. Per il resto mi allenavo a scuola da sola, almeno 5 ore al giorno, ricevendo da insegnanti di danza o coreografia consigli su come concepire un numero non solo tecnico ma anche emotivo. Il nome dello show è

« Inertie » e per me lo spettacolo è un pou na metafora della vita. C’é un rapporto molto stretto tra me e la ruota, siamo come due esseri, uno contro l’altro nella stessa battaglia o uno con l’altro nella stessa danza.

La mia ruota, di dimensioni abbastanza grandi, pesa 22 chili ed è composta da cinque sezioni di alluminium cavo, ricoperti da materiale plastico che facilita le prese ed ha bisogno di un suolo duro e pulito, come quello per la danza contemporanea. Altrimenti scivola. Ho provato anche la ruota tedesca ma è una cosa completamente diversa; girano entramde ma questa è l’unica cos ache le accomuna! Ho anche un numero con tessuti, ne uso due. Mi piace ancora viaggiare, apprendere le lingue, il kitesurfing ( me lo hanno insegnato i miei genitori...) e la danza in tutte le forme, latino, tango, salsa...